Lalibela
Lalibela è una città nel nord dell'Etiopia famosa per le
chiese monolitiche scavate nella roccia. Lalibela è una delle città
più sacre dell'Etiopia, seconda solo ad Axum, e un centro di pellegrinaggi.
A differenza di Axum la popolazione di Lalibela è quasi completamente
cristiana ortodossa etiope. L'Etiopia fu una delle prime nazioni che adottarono
il cristianesimo nella prima metà delIV secolo, e le sue radici
storiche risalgono al tempo degli Apostoli.
È generalmente accettato, in particolare dal clero etiope, che
la configurazione e i nomi dei principali edifici di Lalibela siano una
rappresentazione simbolica di Gerusalemme. Questo ha indotto alcuni esperti
a datare le forme delle chiese attuali agli anni successivi alla conquista
di Gerusalemme da parte del Saladino nel 1187.
Lalibela è situata nella Zona Semien Wollo della Regione degli
Amara a circa 2.500 metri sul livello del mare. È la città
principale delWoreda.
Storia
Durante il regno di Gebre Mesqel Lalibela (un membro della dinastia Zagwe,
che governò l'Etiopia tra la fine del XII secolo e l'inizio del
XIII secolo), l'attuale città di Lalibela era conosciuta come Roha.
Il re santo fu chiamato così, perché si dice che uno sciame
di api lo cinse alla nascita, cosa che sua madre interpretò come
segno del suo futuro regno come imperatore d'Etiopia.
Si dice che Lalibela, venerato come santo, abbia visto Gerusalemme e abbia
poi tentato di costruire una nuova Gerusalemme come sua capitale in risposta
alla conquista dell'antica Gerusalemme da parte dei musulmani nel 1187.
Ogni chiesa è stata intagliata in un unico blocco di roccia a simboleggiare
spiritualità e umiltà. Alla fede cristiana si ispirano molti
aspetti del luogo, a cui sono stati attribuiti nomi biblici - anche il
fiume di Lalibela è conosciuto come il fiume Giordano. La città
rimase capitale dell'Etiopia dal tardo XII al XIII secolo.
Il primo europeo a vedere queste chiese fu l'esploratore portoghese Pêro
da Covilhã (1460-1526). Al sacerdote Francisco Álvares(1465-1540),
che accompagnava l'ambasciatore portoghese durante la missione di questi
presso il re d'etiopia Lebna Dengel nel1520, si deve questa descrizione
della meraviglia suscitata dalle straordinarie chiese di Lalibela:
(IT)
« Non mi affanno a scrivere di più su questi edifici, perché
mi pare che non sarei creduto se ne scrivessi ancora... Ma giuro su Dio,
nel cui potere io sono, che tutto ciò che ho scritto è la
verità. »
(EN)
« I weary of writing more about these buildings, because it seems
to me that I shall not be believed if I write more...I swear by God, in
Whose power I am, that all I have written is the truth. »
(Francisco Álvares)
Benché Ramusio includesse le piante di parecchie
di queste chiese nella sua stampa del 1550 del libro di Álvares
rimane un mistero chi ne abbia fornito i disegni. Il successivo visitatore
europeo di Lalibela fu Miguel de Castanhoso che servi come soldato Cristoforo
da Gama e lasciò l'Etiopia nel 1544. Dopo di lui passarono più
di 300 anni prima che un altro europeo visitasse Lalibela, e fu Gerhard
Rohlfs, tra il 1865 e il 1870.
Secondo il Futuh al-Habasha di Sihab ad-Din Ahmad, Ahmad Gragn bruciò
una delle chiese di Lalibela durante la sua invasione dell'Etiopia. Tuttavia,
Richard Pankhurst ha espresso scetticismo su questo evento, sottolineando
che sebbene Sihab ad-DIN Ahmad fornisca una descrizione dettagliata di
una chiesa rupestre ("È stata scavata nella montagna. Anche
i suoi pilastri sono stati ugualmente intagliati nella montagna."),
ne menziona una sola; Pankhurst aggiunge che "ciò che c'è
di speciale in Lalibela (come ogni turista sa) e che è il luogo
di undici chiese rupestri e non di una sola, e sono tutte a più
o meno a un tiro di schioppo l'uno dall'altra!" Pankhurst rileva
altresì che le cronache reali ricordano che Ahmad Gragn attaccò
il distretto tra luglio e settembre del 1531, ma non menzionano alcuna
distruzione delle chiese leggendarie di questa città. Egli concluse
che se Ahmad Gragn bruciò una chiesa a Lalibela è più
probabile che sia stata Bete Medhane Alem e che se l'esercito musulmano
sbagliò o fu stato ingannato dai locali, allora la chiesa potrebbe
essere Gannata Maryam, situata "10 miglia a est di Lalibela, e che
ha anch'essa un porticato di pilastri tagliati nella montagna".
Le chiese
Le chiese scavate nella viva roccia di questa città rurale, conosciuta
per esse in tutto il mondo, sono una parte importante della storia dell'architettura
rupestre. Benché la loro datazione non sia ben definita, l'idea
prevalente è che siano state costruite durante il regno di Lalibela,
vale a dire nel corso dei secoli XII e XIII. Il sito Unesco comprende
11 chiese, organizzate in quattro gruppi:
Il gruppo settentrionale che comprende:
la Biete Medhane Alem (Casa del Salvatore del Mondo), sede della Croce
di Lalibela, e che si ritiene essere la più grande chiesa monolitica
del mondo, probabilmente una copia di Nostra Signora di Sion in Axum;
la Biete Maryam (Casa di Miriam / Casa di Maria), forse la più
antica delle chiese, e una replica delle Tombe di Adamo e di Cristo;
la Biete Golgotha Mikael (Casa del Golgota Mikael), nota per le sue pitture
murali e che si dice contenga la tomba del re Lalibela);
la Biete Maskal (Casa della Croce);
la Biete Denagel (Casa delle Vergini);
Il gruppo occidentale, che comprende la sola
Bet Giorgis (Chiesa di San Giorgio), considerata la chiesa più
finemente eseguita e meglio conservata;
Il gruppo orientale, che comprende:
la Bet Amanuel (Casa di Emmanuel), forse l'ex cappella reale;
la Biete Qeddus Mercoreus (Casa di S. Mercoreos / Casa di San Marco),
che può essere una ex prigione;
la Biete Abba Libanos (Casa dell'abuna Libanos);
la Biete Gabriel-Rufael (Casa degli angeli Gabriele e Raffaele), forse
un antico palazzo reale, collegato ad un panificio sacro;
la Biete Lehem (Betlemme ebraico: ????? ?????, Casa del Sacro Pane).
Più lontano, si trovano il monastero di Ashetan Maryam e la chiesa
Yimrehane Kristos, (probabile XI secolo, costruita nello stile aksumita,
ma all'interno di una grotta).
Quando vennero costruite le chiese
Vi è una certa polemica in merito alla data di costruzione delle
chiese. David Buxton ne ha stabilito nel 1970 la cronologia generalmente
accettata, sottolineando che "due di esse seguono con grande fedeltà
di dettagli la tradizione rappresentata daDebre Damo e Yemrahana Kristos".
Dal momento che per intagliare queste strutture nella roccia viva ci deve
esser voluto più tempo dei pochi decenni di regno del re Lalibela,
Buxton assume che il lavoro sia durato fino al XIV secolo. Tuttavia David
Phillipson, professore di archeologia africana presso l'Università
di Cambridge, ha proposto che le chiese di Merkorios, Gabriel-Rufael,
e Denagel siano state inizialmente scavate nella roccia mezzo millennio
prima, come fortificazioni o altre strutture palaziali negli ultimi tempi
del regno axumita, e che il nome di Lalibela sia stato semplicemente associato
a tali strutture dopo la sua morte. D'altra parte, lo storico etiope Getachew
Mekonnen attribuisce alla regina di Lalibela Masqal Kibra la costruzione
di una delle chiese rupestri (Abba Libanos) come memoriale per il marito
dopo la sua morte.
Contrariamente alle teorie invocate da scrittori come Graham Hancock,
secondo Buxton le chiese di Lalibela non sono state costruite con l'aiuto
dei Cavalieri Templari; egli asserisce infatti che esistono abbondanti
evidenze del fatto che siano state prodotte esclusivamente dalla civiltà
medioevale etiope. Pur notando l'esistenza di una tradizione per cui "gli
abissini chiesero l'aiuto di stranieri" per costruire le loro chiese
monolitiche, e ammettendo che ci sono chiari segni di un'influenza axumita
in certi dettagli decorativi, egli resta assolutamente convinto dell'origine
etiope di queste creazioni.
Le chiese sono comunque anche una significativa impresa dal punto di vista
ingegneristico, in quanto sono state associate con l'acqua (che riempie
i pozzetti accanto a molte di esse) sfruttando un sistema artesiano geologico,
che porta l'acqua fino in cima alla montagna su cui la città riposa.
Altri rapporti di missione dell'Unesco
In un rapporto 1970 delle dimore storiche di Lalibela, Sandro Angelo ha
valutato il vernacolo dell'architettura di terra sul patrimonio mondiale
di Lalibela, comprese le caratteristiche delle tradizionali case di terra
e analisi del loro stato di conservazione.
La sua relazione descrive due tipi di alloggio rinvenuti nella zona. Un
tipo sono un gruppo che s chiama "tukul", capanne rotonde costruite
in pietra e di solito hanno due piani. Il secondo sono edifici costruiti
in "Chika" che sono intorno. Rapporto di Angel comprendeva anche
una classificazione degli edifici tradizionali di Lalibela mettendoli
in categorie di rating del loro stato di conservazione.
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